
RIGATONI ALLA CARBONARA
La -possibile- storia della carbonara
Pare fosse il piatto dei boscaioli del centro Italia che si avventuravano sulle montagne dell’Appennino a fare carbone da legna.
E da ciò deriverebbe il nome di questo popolare piatto.
Questa però è solo una – la più accreditata – tra le ipotesi sulle origini della “carbonara”.
Per alcuni, il vero “papà” fu un oste romano che, nel 1944, diede al piatto il nome del suo precedente lavoro.
Altri ancora fanno coincidere la nascita con la presenza degli Alleati nel secondo dopoguerra e con l’arrivo sulle tavole degli italiani di uova e bacon in quantità.
Infine, c’è chi attribuisce la ricetta a una nobildonna del Polesine, che nell’Ottocento ospitava le riunioni segrete degli affiliati alla Carboneria.
Secondo la tradizione, gli ingredienti base sono uova, guanciale di maiale, parmigiano, pecorino, strutto (oggi olio d’oliva), aglio, pepe nero e naturalmente pasta: spaghetti o rigatoni.
La Carbonara
La carbonara
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Er sommo amplesso tra er guanciale e l’ova,
mist’ar formaggio e ar pepe grattuggiati,
è er “nunpiusurtra” pe gole e palati,
da fà godé co un’emozzione nova.
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Lo sanno pure scapoli e ammojati,
che mejo piatto ar monno nun se trova
e che magnà la “carbonara” giova,
a lingua, bocca e stommaco allignati.
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Usa le penne oppure li spaghetti,
nun sò da disdegnà li rigatoni,
basta ch’abbonni, quanno che li metti.
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Nun fà che la cottura s’appapponi!
Ché de la pasta scotta, a denti stretti,
è mejo un carcio in mezzo a li cojoni…
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Stefano Agostino
Ricetta e preparazione
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